Questo è un tour spazio-temporale per conoscere un materiale considerato povero: il cotto dell’Impruneta. Invece, dalla scultura all’architettura, la terracotta dell’Impruneta è stata usata da grandi artisti rinascimentali, ma era conosciuta anche in antichità e largamente diffusa tra etruschi e romani. La tradizione del cotto è così antica e radicata nella comunità dell’Impruneta, da identificarsi come elemento primario della sua identità culturale fin dal Rinascimento.
La struttura, forse più ammirata del Rinascimento fiorentino nonchè la cupola più grande del mondo, costruita in mattoni dal Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, fu realizzata col materiale proveniente dalle fornaci imprunetine. L’impatto quasi aggressivo di questo capolavoro di ingegneristica è dovuto anche al colore rosso dell’esterno, che la rende elemento dominante nel paesaggio. Il successo della produzione di queste fornaci era basato su diversi fattori: la presenza di galestro nella zona con minerali che la rendono particolarmente resistente al gelo, la ricchezza di legname per i forni, la posizione su un importante asse viario e la vicinanza a Firenze. Brunelleschi seguiva personalmente la lavorazione dei mattoni presso le fornaci e li esigeva ben modellati e ben cotti. Durante l’impegnativo cantiere fece costruire una mensa ed un bagno sulla cupola, per i lavoratori che erano esposti alle intemperie. Fù così che nacque il Peposo dell’Impruneta nelle fornaci, accompagnato da vino rosso appositamente annacquato dal Brunelleschi per non fare ubriacare nessuno!
Il sistema costruttivo in laterizio per una parte delle calotte, fu concepito con mattoni realizzati su misura a mano, montati tra loro a “spina di pesce”; per cui ogni pezzo è unico. Gli embrici furono inchiodati sulla copertura esterna, per evitare che scivolassero con la forte inclinazione. A tutt’oggi la Fornace Mariani, fornisce le tegole per la cupola che vengono oppurtamente esposte al sole, per essere invecchiate, prima della sostituizione!
Nel secolo successivo Michelangelo disegnò l’elaborata decorazione sul pavimento della Biblioteca Laurenziana realizzato in cotto da Santi Buglioni e poco dopo Bartolomeo Ammannati realizzò le facciate del Palazzo Grifoni sulla Piazza dell’Annunziata rivestendole di sottili mattoni rossi. Le facciate erano pensate per rievocare l’architettura romana antica, secondo la moda del tempo. Nel 1500 e 1600 si ha la diffusione di cupole impianellate come quella delle Cappelle Medicee in San Lorenzo, della Cappella dei Pazzi, di Santo Spirito. Si arricchiscono i giardini col gusto del bizzarro, del grottesco e dell’effetto teatrale come nel giardini delle Ville Medicee da Boboli a quelli fuoriporta. Pavimentazione prestigiose sono rivestite in cotto nei maggiori monumenti e musei della città, come quelli di Palazzo Vecchio, sarebbe impossibile citarli tutti. All’esterno l’unico esempio significativo riguarda l’antica pavimentazione di Piazza della Signoria che prima di essere rifatta con lastre di pietra in epoca lorenese, era interamente realizzata in mattonelle di cotto suddivise da strisce di marmo bianco.
Con il Granducato dei Lorena, l’artigianato artistico in genere ebbe un grande sviluppo; Pietro Leopoldo abolì la tassa di commercio della terracotta dando quindi impulso ad un grande incremento della produzione fittile, risale a questo periodo la bellissima facciata di Palazzo Corsini a Firenze, in cui i vasi di terracotta si alternano a statue di pietra creando effetti coloristici molto suggestivi.
Durante il periodo di Firenze capitale, si ebbe un largo utilizzo del cotto per abbellire gli edifici col ritorno frequente del gusto medioevalista diffuso a livello internazionale, secondo lo spirito romantico. Agli inizi del ‘900 questo materiale non venne più usato per esigenze statiche e strutturali ma solo decorative, ancora con i suoi connotati legati alla tradizione trecentesca. Un esempio di alto livello è la decorazione Art Nouveau con paramenti in mattoni rossi sulle facciate dei villini, come quello dell’architetto Michelazzi, in Via Scipione Ammirato. Negli anni postumi alla prima guerra alcuni artisti guardavano soprattutto ai modelli dell’arte arcaica, vi fù la ripresa di forme etrusche con gli scultori Marino Marini e Romano Romanelli. Le Pomone, le Danzatrici, i ritratti, esposti al Museo Marini sono tra le opere più rappresentative. L’architetto fiorentino Michelucci, ha interpretato lo spirito moderno sperimentando svariati materiali, alcune sue architetture sono realizzate in laterizio, come la casa plurifamiliare sulle colline di Pescia.
Nei giorni nostri , molti artisti di fama internazionale si sono serviti della terracotta dell’ Impruneta, per rivelare le loro capacità espressive nei modi più tradizionali o innovativi. Nel settore dell’architettura Renzo Piano che predilige la sperimentazione e segue le tecnologie di assemblaggio a secco, si è servito del laterizio prodotto dalla Fornace del Palagio utilizzando le “pareti ventilate” già usate nell’architettura tradizionale, per isolare termicamente la Banca Popolare di Lodi ed altri suoi edifici. In questo esempio, Piano ha rivestito l’edificio come una seconda pelle. Il colore della terracotta, rende più familiare l’esterno degli edifici, che invecchiano con grazia, ammorbidendosi nel tempo con una leggera patina. Piano, come altri architetti Gae Aulenti, ( stazione di Firenze), Portoghesi (centro residenziale di Rimini), Zambelli ( Ospedale Versilia) Gregotti (Centro residenziale Bicocca) Natalini (centro sportivo di Gorle) hanno avviato la maturazione di un sistema innovativo e al contempo attento alla tradizione del costruire.
Nel campo della scultura contemporanea Anne e Patrick Poirer si sono distinti per la realizzazione del Giardino dei profumi, un’opera in terracotta di grandi dimensioni, mai realizzate prima, il merito va alla Fornace Emmegi. Lo scultore iraniano Igor Mitoraj, ha realizzato diverse delle sue sculture e busti in terracotta presso le Fornaci di Chiti Terracotte del Chianti. Lo scultore inglese Mattew Spender, si è specializzato in opere figurative di terracotta, Betty Wooodman ha creato decine di vasi e ceramiche, presso le Fornaci Masini e Orlandi. Negli ultimi anni , si sono aggiunte due notevoli installazioni permanenti di Staccioli e Alan Sonfist, collocate nella bellisima uliveta antistante la Fornace di Poggi Ugo. Si tratta rispettivamente di Terracotta 2009, realizzata in occasione del 90° anniversario della fornace Poggi Ugo, e Birth of Spear, per l’edizione del 2010 di Tuscia electa (www.tusciaelecta.com)
Nell’uso del cotto imprunetino continuano a combinarsi diverse qualità, visibili nelle creazioni di artisti e architetti internazionali che ottengono spesso risultati di eccellenza.
(ricerca svolta da Antonella Massa, per l’Edizione 2001 di Tuscia Electa aggiornata ad oggi.Nelle foto: spaccato assonometrico della cupola di Brunelleschi; Terracotta 2009, di Mauro Staccioli; Birth of Spear, 2010 di Alan Sonfist; realizzate dalla fornace di Poggi Ugo Impruneta)