La barca per andare a Pianosa, parte da Marina di Campo ( Isola d’Elba) alle dieci ed impiega circa un’ora per arrivare, quindi è possibile realizzare un ‘escursione giornaliera verso la vostra meta. Non tutti sanno però, che c’è anche un imbarco da Castiglione della Pescaia, in coincidenza con l’Isola d’Elba. L’isola da ex penitenziario si è trasformata in un mare esclusivo per amanti della natura, del birdwatching e dello snorkeling; dove è possibile rigenerarsi nel pieno silenzio di una natura davvero incontaminata, per la mancanza di presenza antropica durante l’ inverno. L’ isola, emerge a pochi metri sul livello del mare come un miraggio. Le coste rocciose sono intervallate da insenature di sabbia bianca finissima con un mare di un turchese accecante ricco di pesci; Pianosa è una delle più preziose riserve marine dell’ intero Arcipelago Toscano. I visitatori, molto controllati, hanno l’accesso soltanto a Cala Giovanna, vicino al porto.
LA STORIA DELL’ABITATO
Dal 1856 sede di una colonia penale agricola, nonchè penitenziario di massima sicurezza fino al 1997, dal 1998 è disabitata , presenta un gruppo di edifici abbandonati intorno al porticciolo dove “il tempo è rimasto sospeso”. Purtroppo, gli edifici cascano a pezzi, tra questi il Castello del Marchese, dove si ammira la bellissima baia del Porto Romano, definito nel Portolano del Mancini: “il più bel porto del Mediterraneo”.
E’ innegabile la straordinaria entità del patrimonio archeologico sull’Isola romana di “Planasia”, dalle catacombe cristiane– le più estese a nord di Roma- sotto le case del porto ai resti della Villa e dei Bagni di Agrippa, nipote di Augusto, esiliato sull’isola per sette lunghi anni e ucciso a garantire a Tiberio la successione al trono. Il visitatore può ammirare i resti di ambienti termali e residenziali, di un teatro capace di ospitare oltre duecento persone, di peschiere e mosaici del I secolo d.c. Da non mancare il Forte Teglia, restaurato da Napoleone Bonaparte durante il breve regno elbano, oltre a svariati edifici ottocenteschi restaurati o voluti, dal direttore del carcere, che costituiscono le principali emergenze culturali e architettoniche dell’isola.
Il giro guidato in calesse, condotto sempre da un ex galeotto, permette di raggiungere la scogliera che si estende da Punta del Marchese a Punta del Libeccio, affacciata sulla Corsica. Lungo il percorso guidato in calesse, si vede l’edificio carcerario di massima sicurezza, ormai “spettrale” (detto della 41 bis) ed i resti del muro a secco che creava un esteso recinto per gli animali da allevamento.
LA CUCINA GALEOTTA
Nell’unico Ristorante-bar Pianosa esistente, avrete una sorpresa: si può gustare la “cucina galeotta”, ovvero i carcerati cucineranno per voi! Il menù è semplice ma gustoso, quasi tutti i piatti sono a base di pesce e verdure e per dessert: crostata di marmellata fatta in casa. Da quest’anno, sarà possibile dormire sull’isola, è stato aperto unl’Albergo ricavato dall’ex foresteria per chi volesse provare il brivido di una notte sull isola, lontano da tutto e da tutti.
trovo di grande interesse questa iniziativa turistica,purtroppo poco sviluppatanei siti di pianosa,ho saputo di questa possibilita turistica da trasmissione di rai 3 oggi 08/01/20012spero di trovare altre indicazioni
E’un’escursione che suggerisco vivamente agli amanti dei mari un pò “esclusivi” e delle piccole isole del’Arcipelago toscano. Però, sono isole, organizzate in maniera un pò spartana (come Capraia, il Giglio, Giannutri e Gorgona), ma molto belle dal punto di vista naturalistico e storico.